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Intelligenza artificiale: impatti della convenzione quadro

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Intelligenza artificiale: impatti della convenzione quadro

 

Con la firma della convenzione quadro sull’Intelligenza Artificiale, l'Europa si pone al centro di una visione regolamentare destinata a diventare un punto di riferimento a livello mondiale, stabilendo norme in grado di resistere ai costanti avanzamenti tecnologici. L’“AI Act”, noto anche come Regolamento UE 2024/1689, è entrato in vigore il 1° agosto 2024, ma sarà applicabile dopo 24 mesi da tale data, esattamente il 2 agosto 2026. La normativa europea ha evidenziato come l'Intelligenza artificiale dovrebbe essere utilizzata come supporto per migliorare il benessere umano. Nel frattempo, gli altri paesi non europei hanno reagito in modo attivo: ad esempio, gli Stati Uniti hanno adottato un executive order con un orientamento più orientato al business, diversamente dall'AI Act europeo, che mette al centro l'essere umano e i diritti individuali.

Da diversi giorni, l’attenzione si è posta sulla Convenzione quadro del Consiglio d’Europa (CETS 225) siglata da vari Stati europei e altri Paesi come USA, Canada, Messico, Giappone, Australia, Argentina, Perù, Uruguay e Costa Rica.

La Convenzione rappresenta il primo accordo legale globale vincolante sull'Intelligenza artificiale in linea con la normativa dell'Unione Europea sull’AI, e stabilisce che i principi generali dei sistemi di Intelligenza artificiale devono essere seguiti conformemente alle leggi di ogni paese aderente e agli altri impegni previsti. La Convenzione nasce per affrontare le preoccupazioni in merito al rischio che l’AI possa minacciare la dignità umana, i diritti individuali, la democrazia e lo stato di diritto.

La Convenzione verrà applicata a tutti i sistemi di Intelligenza artificiale in grado di interagire con le persone e proporrà un approccio diverso in base al livello di rischio. In particolare, si prevede una piena aderenza ai principi fondamentali quali trasparenza, sicurezza, solidità, governance e protezione dei dati. Secondo la Convenzione, se l'Intelligenza artificiale ha un impatto rilevante sui diritti, la parte aderente deve fornire garanzie procedurali alle persone interessate e tutelare i diritti secondo le leggi internazionali e nazionali.

L'Unione europea ha manifestato la sua intenzione di aderire alla Convenzione. Attualmente si attende che la Commissione europea elabori una proposta per il Consiglio per definire la Convenzione, che richiederà l'approvazione anche del Parlamento europeo. Sembrerebbe che l'Europa stia emergendo come leader nel definire regolamentazioni di portata globale. La Convenzione sarà un'ulteriore iniziativa per assicurare il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto senza limitare lo sviluppo tecnologico.