Alsazia-Lorena – Istruzione pubblica

Alsazia e Lorena
Alsazia e Lorena

Alsazia-Lorena – Istruzione pubblica

 

Alsazia-Lorena e la ``Région Grand Est“

L’Alsazia e la Lorena – dal 2016 – fanno parte della “Région Grand Est” della Francia, mentre, in precedenza, la Lorena, era una “Région” a sè stante.

Nel “Depártement Moselle” (ai confini con il Lussemburgo e la Saar), con un milione di abitanti, circa la metà (secondo alcuni (mancano rilevazioni statistiche attendibili)) o soltanto circa 100.000 (secondo altri), parlano un dialetto simile al tedesco; ciò in prevalenza nelle aree rurali.

Nel 1982 era stata emanata la “Circulaire Savary”, secondo la quale è consentito l’insegnamento – facoltativo – di “lingue regionali”, dall’asilo all’università’.

Questa circolare – nell’Alsazia – Lorena - ha trovato applicazione con un certo ritardo, in quanto, soltanto a decorrere dal 1991, l’insegnamento – sempre facoltativo – è stato reso possibile dall’asilo alla 4^ elementare; inoltre, era diventato materia facoltativa nel Lycée.

Per quanto concerne l’università’, poteva essere sostenuto un esame complementare in sede di “Baccalauréat”.

 

La triglossia

 Nel 1999, la Francia aveva firmato la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, ma la ratifica di questa Carta, pare, tuttora non sia avvenuta da parte della Republique Francaise.

È stato sostenuto, che la ratifica sarebbe potuta avvenire soltanto previa modifica della Costituzione del 1958. Vi sono stati preparativi per una modifica costituzionale, ma essi non hanno poi condotto a un risultato, nonostante la lingua regionale parlata nell’Alsazia-Lorena, fosse stata riconosciuta ufficialmente.

Dal 2016, l’”Ufficio Alsaziano per la Lingua e la Cultura”, è diventato competente anche per la Lorena.

Attualmente, nell’Alsazia-Lorena, abbiamo una diglossia, anzi una triglossia, tra dialetto (cosiddetto Platt, simile al tedesco, ma di origine alemanna), la lingua francese e il tedesco (“Hochsprache”).

Secondo interviste fatte qualche tempo fa, il “Platt” rende facile l’apprendimento della lingua tedesca, dello “Schriftdeutsch”. Nell’Alsazia-Lorena, le lingue parlate sono tre: il “Platt”, l’”Hochdeutsch” e il francese.

Secondo l”elsässischen Sprochòmt”, il 43% degli abitanti, hanno dichiarato, di essere in grado di parlare bene il “Platt”.

L’”Hochdeutsch” viene considerato lingua regionale o straniera.

 

La firma della Carta europea per la tutela delle lingue regionali o minoritarie

A proposito della “Carta europea per la tutela delle lingue regionali o minoritarie", in Francia, dopo la firma della stessa – nel 1999: Governo Jospine – vi era stato un dibattito serrato e acceso.

L’allora Presidente della Repubblica, Chirac, aveva ritenuto, che prima della ratifica, fosse necessario, raccogliere un parere del Consiglio di Stato. Quest’organo aveva reputato, che la suddetta “Carta”, fosse in contrasto con principi della Costituzione del 1958, in particolare, con quello dell’indivisibilità della Repubblica, dell’uguaglianza dinanzi alla legge e dell’unità del popolo francese.

L’art. 2 Cost. sancisce, che la lingua francese, è la lingua della Repubblica; l’uso di una lingua diversa, non è ammissibile negli atti ufficiali.

Il Governo di allora, al fine di consentire la ratifica della Carta, proponeva una modifica costituzionale mediante referendum o voto delle due Camere del Parlamento (Assemblea Nazionale e Senato), ma questa proposta non ha avuto poi seguito.

Di un’eventuale ratifica, avrebbero “beneficiato”, oltre alla minoranza dell’Alsazia-Lorena, anche i Bretoni, i Corsi e altre minoranze.

Coloro, che erano contrari alla ratifica, sostenevano, che la stessa avrebbe condotto alla “balcanizzazione” della Grande Nation.

 

Quanti parlano una lingua diversa da quella francese?

Attualmente, in Francia, tra il 2 e il 4 % della popolazione, usa – in privato – una lingua diversa da quella francese.

In Alsazia-Lorena, vi sono circa 150.000 abitanti, che parlano in prevalenza, “das Elsässische”; non però nelle grandi città (come Strassburg).

Da quando, in Francia, è obbligatorio – almeno negli atti ufficiali – l’uso della lingua francese? Dall’editto (del 15.8.1539) di Villers-Cotterêts.

Le minoranze più consistenti – in Francia – oltre a quella dell’Alsazia –Lorena, sono attualmente, i Bretoni (250.000), 2.000.000 di Occitani, 100.000 Corsi.

Queste lingue, a differenza del passato, quando erano “vietate”, ora sono tollerate dalle autorità francesi e a esse sono state riconosciuti alcuni diritti. Cosí, per esempio, è stato reso possibile, allegare a giornali a tiratura nazionale, “Lokalbeilagen”.

 

La Legge Daixonne

La “Legge Daixonne” del 1951, consente l’insegnamento, facoltativo, in una lingua diversa da quella francese, se un numero consistente di genitori lo chiede e vi siano inseganti disponibili a insegnare questa lingua.

Un uso più ”ampio” di una lingua diversa da quella francese, presupporrebbe una riforma (incisiva) della Costituzione e della PA, nonchè l’attribuzione di maggiori competenze e risorse alla “periferia”.

La Francia, nonostante la decentralizzazione del 1986, è rimasta uno Stato fondamentalmente centralista, anche per quanto concerne l’istruzione.

Tutto questo, nonostante, nella Costituzione, sia stato sancito il principio di tutela delle minoranze.

L’introduzione della scuola cosiddetta bilinguale nell’Alsazia-Lorena, è avvenuta nel 1991; prima, a opera di associazioni, poi, su base statale, nonostante certe, iniziali, resistenze burocratiche.

 

“Zweisprachiger Unterricht” e statistiche

“Zweisprachiger Unterricht” vuol dire, che il 50% delle materie, è insegnato in lingua francese, il resto in lingua tedesca.

Statistiche confermano, che la “zweisprachige Schulausbildung”, nelle scuole statali e private, è stata caratterizzata da un notevole aumento di alunni/e dal 1991 al 2016.

“Vor- und Grundschulen” (asili e scuole elementari):

1991: 90 alunni/e

2000: 6.731

2005: 12.677

2010: 18.665

2016: 27.874.

Collège (Scuola media):

1991: 0

2000: 344

2005: 1.801

2010: 3.423

2016: 5.033.

Scuole superiori:

1991: 0

2000: 44

2005: 611

2010: 1.093

2016: 1.424.

Dal 1994, alle scuole con insegnamento “bilinguale”, vengono corrisposti contributi a seguito di accordi tra Stato, Regione e Departements.

L’insegnamento della lingua tedesca, con 3 ore settimanali, inizia a tre anni (nella “Vorschule” (una specie di scuola materna)) e termina con il compimento del 15.mo anno di età.

Chi insegna il tedesco, deve sostenere un esame di ammissione.

L’istituzione della Regione “Grand-Est”, ha avuto per effetto, che non potevano più essere istituite nuove “bilinguale Schulen”, per cui, la frequentazione del “bilingualen Unterricht”, in certe zone, non è più possibile.

È stato detto, che i rappresentanti dell’Alsazia – Lorena, non avrebbero preso – finora - iniziative atte a ovviare a questa situazione. Chi sa perchè?