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La rivelazione del colloquio tra Turetta ed i genitori

quell’insanabile voyeurismo che sfrucuglia nelle vite private per metterle alla berlina…mercè dell’opinione pubblica ….”
carcere
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La rivelazione del colloquio tra Turetta ed i genitori

 

Ne  è riprova ancora una volta  una situazione estrema di dolore e di difficoltà: i genitori di Tureta affrontano il figlio dentro un carcere e all’indomani di un dramma immenso non ancora decodificato… le intercettazioni ambientali (del tutto superflue visto che l’indagato è reo confesso …) presenti in sala colloqui del carcere, vengono inspiegabilmente diffuse sull’web …

Le parole di un padre sconvolto, arrabbiato, affranto …impotente difronte ad un fallimento educativo, che teme dopo il peggio l’irreparabile (un gesto estremo del figlio sciagurato) pronuncia parole che per lui debbono servire come salvagente, come mezzo per disinnescare micce di rimorso…luoghi comuni  per dire al figlio sono qui, sono tuo padre …assieme affronteremo questa croce …minimizza  sperando di far giungere un messaggio di sostegno …

Perché questo colloquio è stato intercettato a dispetto del divieto di legge?

la Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati, di cui all’art. 69 comma 2 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230, come modificato dall’art. 1 del decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2012, n. 136,  ribadisce e rafforza il principio dettato dall’art. 18 dell’Ordinamento penitenziario che  riconosce ai detenuti e agli internati la possibilità di avere colloqui visivi con i familiari o con persone diverse, oltre che con il difensore e con il garante dei diritti dei detenuti. Il colloquio di regola si svolge in locali appositamente dedicati allo scopo, senza mezzi divisori e sotto il controllo visivo e non auditivo del personale di polizia penitenziaria.

Qualora nel caso di Turetta fosse stato disposto dal P.M. una diversa forma di intercettazione, questo provvedimento doveva essere posto a conoscenza degli interessati e comunque doveva essere coperto da segreto istruttorio, quindi l’intercettazione non poteva essere pubblicata.

Perché la Direzione del carcere ha consentito la registrazione?  perché non si è adoperata a garantire la riservatezza?  Chi ha fatto uscire la registrazione facendola pervenire ai mezzi di informazione?

Ed ancora…in successione  cronologica, ma non di gravità, perché i giornali hanno reso pubblico questo documento dopo esserne venuti in possesso? quale diritto di cronaca può essere esercitato rispetto ad un colloquio intimo privato drammaticamente emotivo tra un padre ed il figlio responsabile di un atto gravissimo di violazione della legge?

Ci si deve chiedere: è cronaca questa? quale interesse può avere  per l’opinione pubblica già enormemente suggestionata dai fatti e dalla narrazione spettacolarizzata degli stessi, effettuata dai media, rispetto ad un colloquio privato…di questo genere?

Bene che fa la nostra società, i nostri media, i responsabili dell’opinione pubblica e della morale tanto al chilo (i giornalisti): pensa bene di dare in pasto all’opinione pubblica, senza filtri queste parole intime, per quanto maldestre tendenti ad un fin di bene … evitare che quel ragazzo si sentisse giudicato con severità dei genitori in un momento già drammatico, evitare che potesse pensare di essere abbandonato a “marcire al suo destino” … parole intime, riservate …che non vi era alcun diritto di diffondere …ascoltate e giudicate da chi si trova lontano da quella situazione e dal dolore che la sovrasta…

Perché questo scempio di tanta intimità?  perché si consente che non ci si possa fidare neppure dello stato (rappresentato in questo caso dal carcere – custode del reo) , perché violare il segreto di un colloquio riservato, personale …drammatico …carico di sensi di colpa?

Perché…trasformarlo in un grande teatro di massa, dove la girandola dello spettacolo si è innestata per far fruttare l’audience?

Perché degli interessati diretti e indiretti (la vittima ed i familiari delle stessa) a nessuno importa, a dispetto dei proclami di verità di giustizia, di piagnisteo per la vittima, a nessuno importa nulla, diversamente si sarebbe scelto il silenzio, la chiusura del sipario, la mortificazione di un ascolto senza commento … ed invece No, …a conti fatti la pubblicazione ha innescato il meccanismo dell’audience e con esso delle trasmissioni  di sedicente approfondimento e dibattito che hanno portato con se la speculazione del profitto, il profitto reso degli spot pubblicitari inseriti con tempi preordinati nelle nostre serate accaldate dall’arsura alleviata dalla idea di un gustoso gelato o di una fresa bibita a bordo piscina…intanto al dramma si somma dramma, quello di essere stati sbeffeggiati e veleggiati alla mercè del pubblico dello schermo e dei social.

Comportamento degno del più arretrato dei paesi, … dove non si sa fermarsi difronte al dramma ed al dolore…ma lo si spettacolarizza  con un gusto dell’intrusione macabra e morbosa …

Se anche dentro la sala colloquio di un carcere non si sa garantire la riservatezza di un colloquio intimo  tra genitori e figlio responsabile di un reato, chissà…per amore del denaro…cosa potrà accadere dei colloqui intimi dei detenuti (anonimi sconosciuti o famosi personaggi della finanza o della politica) con i loro partner…?  Se non basta la legge a garantire la riservatezza cosa potrà mai una sentenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 10/2024) …difronte al bramoso voyeurismo di un giornalismo senza scrupoli che inseguendo il consenso dello spettatore ne alimenta la curiosità in cambio dell’audience .

Da un lato si chiede rispetto delle indagini, rispetto dell’indagato (soprattutto se politico) dall’altro si consente senza intervento né punizione alcuna che i media ed i giornali pubblichino un colloquio privato, riservato tra dei genitori ed il loro figlio in carcere…colloquio di nessun interesse pubblico e soprattutto di nessuna rilevanza rispetto ai fatti di cronaca tutti ben conosciuti e ammessi dal responsabile. Non c’è notizia, quindi non ci dovrebbe essere interesse…se non in assoluta malafede orientata ad interessi economici di parte.

Due pesi e due misure, uno stesso stato che condanna e consente di fare scempio del dolore!